Sicurezza economica: come è influenzata da infortuni e malattie invalidanti

da | Ago 6, 2021 | I miei articoli, Zaghini Futuro Protetto | 0 commenti

sicurezza economica

Se hai presente la mappa dei rischi e il quadrante della gravità dei rischi, ti sarà facile comprendere come uno dei rischi più importanti che potresti trovarti ad affrontare, e che potrebbe compromettere gravemente la tua sicurezza economica, sia un’invalidità permanente grave, con anche la perdita dell’autosufficienza e quindi la necessità di un’assistenza continua.

La sicurezza economica di Carlo, invalido civile

Per aiutarti a valutare l’impatto che una situazione del genere può avere sulla tua sicurezza economica e sulla tua vita, ti racconto la storia di Carlo e di sua madre Anna.

Carlo è tetraplegico da quando aveva 18 anni. Ora ne ha 45. Quando ha avuto l’incidente che lo ha reso invalido, Carlo non lavorava e quindi l’unico sussidio su cui ha potuto fare affidamento sono stati i 287,09 euro al mese della pensione di invalidità civile riconosciuta dall’INPS alle persone completamente inabile al lavoro, che hanno un’età compresa tra i 18 anni e i 67 anni e un reddito inferiore a 16.982,49 euro (parametro valido per il 2021).

Quando  Carlo aveva 10 anni, anche suo padre ha avuto un incidente grave in cui ha perso la vita. Considerate le difficoltà economiche in cui si era ritrovata dopo la morte del marito, unico portatore di reddito in famiglia, Anna si era giustamente preoccupata di assicurare se stessa per tutelare Carlo, nel caso in cui anche a lei fosse successo qualcosa, ma mai avrebbe immaginato che avrebbe dovuto tutelare anche se stessa, se fosse successo qualcosa a Carlo.

Così anche Carlo, come suo padre, al momento dell’incidente, non aveva assicurazioni che gli garantissero un capitale e/o una rendita in caso di invalidità permanente grave o di premorienza. Fortunatamente Anna, essendo il figlio tetraplegico e quindi totalmente dipendente dagli altri, e avendo scelto di assisterlo personalmente a casa, ha potuto contare anche sull’indennità di accompagnamento che, per il 2021, è di 522,10 euro mensili ed è riconosciuta per 12 mensilità, per un importo annuo di 6.265,20 euro. Ma anche così Anna arriva a malapena ad un sostegno economico di poco superiore agli 800,00 euro al mese, che sono una cifra ben lontana dai 1.500 euro che servono per una badante a tempo pieno regolarmente assunta.

Questo per Anna ha voluto dire non potersi permetteresi un’assistenza continuativa e ciò l’ha costretta a dividersi continuamete tra lavoro, assistenza al figlio, cura della casa e della famiglia, con grande fatica fisica e psicologica e con non poche difficoltà economiche, considerate le cure a cui Carlo deve continuamente sottoporsi, solo in parte a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Sicurezza economica e disabilità

La sicurezza economica di Antonio, lavoratore autonomo

Emblematico è anche il caso di Antonio, un giovane lavoratore autonomo di 29 anni che ha un reddito annuo lordo di 25.000,00 euro, un’anzianità contributiva di 2 anni e mezzo presso l’INPS e una posizione assicurativa presso l’INAIL.

Come cambierebbe la sicurezza economica di Antonio se dovesse riportare un’invalidità permanente grave prima di raggiungere i 5 anni di contribuzione minima richiesti per avere diritto all’assegno ordinario di invalidità e o alla pensione di inabilità?

Con un’anzianità di contribuzione inferiore a 5 anni, l’INPS non gli corrisponderebbe alcuna prestazione economica collegata alla sua attività lavorativa.

Solamente nel caso in cui l’infortunio o la mattia invalidanti fossero legati a cause di lavoro, Antonio potrebbe contare su una rendita INAIL, il cui importo dipenderebbe dalla sua posizione assicurativa e del grado di IP riportata:

  • 4.745,00 euro annui per IP 30%
  • 14,167,00 euro annui per IP 60%
  • 20.476,00 euro annui per IP 80%
  • 33.167,00 euro annui per IP 100% a cui si aggiungono 6,148,00 euro annui per l’assegno di accompagnamento erogato dall’INPS.

Se invece che sul lavoro,  Antonio si facesse male in un qualunque altro momento della giornata o a renderlo invalido fosse una malattia che non ha niente a che vedere con il suo lavoro, non potrebbe fare affidamento su nessun sussidio, a meno che non risultasse completamente inabile al lavoro. Solo allora, allo stesso modo di Carlo, potrebbe beneficiare della pensione di invalidità civile erogata dall’INPS, sempre che il suo reddito annuo non superi i 16.982,49 euro.

Assegno ordinario di invalidità e pensione di inabilità, a chi spettano

Ai lavoratori che rimangono invalidi a causa di una malattia o di un infortunio e hanno un’anzianità contributiva di almeno 260 settimane (5 anni), di cui almeno 156 settimane (3 anni) versate nel quinquennio antecedente la presentazione della richiesta di pensione, l’INPS eroga le seguenti prestazioni economiche:

  • l’assegno ordinario di invalidità, nel caso di un’infermità fisica o mentale che determini una riduzione superiore ai 2/3 della capacità lavorativa;
  • la pensione di inabilità, nel caso in cui l’infermità fisica o mentale comporti l’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa.

L’assegno ordinario di invalidità è una prestazione compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa, ha validità 3 anni e può essere confermato su richiesta dell’interessato. Dopo 3 riconoscimenti consecutivi, viene confermato automaticamente.

Al contrario dell’assegno ordinario di invalidità, la pensione di inabilità non è compatibile con l’attività lavorativa e non è cumulabile con altre rendite INAIL riconosciute per la stessa causa.

Sia per l’assegno ordinario di invalidità che per la pensione di inabilità, l’importo erogato dipende dalla situazione contributiva del richiedente. Per il 2021 l’importo minimo è pari a 515,58 euro.

La perdita dell’autosufficienza e i costi dell’assistenza

La perdita dell’autosufficienza non riguarda solo i 75.000 Italiani che sono diventati para/tetraplegici per cause accidentali. Stando ai dati Istat, oltre il 18% delle persone over 65 anni è non autosufficiente e si prevede che entro il 2050 gli over 65 saranno all’incirca ⅓ dell’intera popolazione, mentre gli over 85 passeranno da 1,7 milioni a 6 milioni nel 2060.

Con questi numeri, mettere in conto i costi per l’assistenza di un familiare non più autosufficiente diventa una necessità: a ognuno di noi può accadere di vivere abbastanza a lungo da aver bisogno di assistenza continuativa e non avere le risorse economiche necessarie a garantirsela, se non abbiamo fatto prima una pianificazione assicurativa e finanziaria che ci permetta di poter contare su un capitale e/o una rendita aggiuntivi un caso di non autosufficienza.

Per comprendere meglio quale sia l’impegno economico richiesto per l’assistenza di un familiare non autosufficiente, vediamo in quanti modi possiamo garantirla e quale investimento è richiesto, a seconda della soluzione scelta:

  • Badante: il costo medio di una badante regolarmente assunta si aggira sui 18.000 euro all’anno. Per garantire l’assistenza anche nei giorni di riposo e nei periodi di ferie dovuti, la famiglia deve avvalersi di una seconda badante o farsi carico dell’assistenza in prima persona.
  • RSA: le RSA hanno rette che si aggirano in media sui 3.000 euro al mese, suddivise in quota sanitaria (generalmente il 50% dell’intero) a carico del sistema sanitario regionale e quota sociale o alberghiera (l’altro 50%) a carico dell’assistito, con un eventuale contributo del Comune.
  • Prendersi cura personalmente: spesso vuol dire rinunciare al proprio lavoro, con conseguenze economiche che possono essere anche pesanti. Oltre a ciò,  richiede di stravolgere pesantemente la propria vita, con conseguenze pesanti anche sul piano psicologico.
Assicurarsi per garantirsi sicurezza economica

Polizza di invalidità permanente e polizza long term care (LTC)

La storia di Carlo, le prospettive di Antonio, l’analisi dei sostegni di Stato che riceve chi ha un’invalidità grave (superiore al 66,7%), i costi per l’assistenza continuativa, probabilmente ti hanno portato a chiederti cosa puoi fare per tutelare te stesso e la tua famiglia dal rischio di trovarti in serie difficoltà economiche a causa di un infortunio o una malattia invalidanti o a causa dell’età che avanza.

La risposta più immediata che mi viene da darti è sottoscrivere una polizza di invalidità permanente da infortuni o malattia, insieme ad una polizza long term care.

Con la polizza di invalidità permanente da infortuni/malattia ti garantisci un capitale iniziale e il rimborso di almeno una parte delle spese mediche che dovresti sostenere; con la polizza LTC ti garantisci una rendita vitalizia adeguata con cui far fronte ai costi dell’assistenza e delle cure di cui potresti avere bisogno.

Per definire il massimale della polizza IP devi fare un’attenta analisi della tua situazione personale, professionale, reddituale e patrimoniale, incluse le esposizioni finanziarie e gli obiettivi che vorresti raggiungere a livello personale, professionale e familiare. Successivamente devi calcolare quanto guadagneresti con il tuo lavoro fino all’età della pensione e quanto ti spetterebbe ogni anno come pensione di invalidità (in alternativa o in aggiunta alla pensione di invalidità civile), così da valutare le eventuali scoperture che verrebbero a crearsi se tu non potessi più lavorare. Da ultimo devi farti un’idea dei costi per le cure e l’assistenza di cui potresti avere bisogno se tu non devessi più essere autosufficiente.

Solo così potrai farti un’idea corretta del capitale di cui potresti avere bisogno per:

  • far fronte alle modifiche strutturali che dovresti apportare alla tua casa per adeguarla alla tua nuova condizione,
  • portare avanti i tuoi progetti (ad esempio far studiare i figli) e/o i tuoi impegni finanziari.

Questo tipo di riflessione ti permetterà di individuare anche la rendita vitalizia di cui potresti avere bisogno per far fronte alle cure e all’assistenza necessarie a garantirti la miglior qualità della vita possibile.

Da parte mia, metto a tua disposizione la nostra diagnosi dei rischi FUTURO SENZA SORPRESE con cui posso aiutarti a definire le scoperture davanti a cui verresti a trovarti, per poi valutare insieme a te in che misura trasferire i vari rischi che emergeranno ad una compagnia di assicurazioni.

Nel caso di scoperture relative all’IP e alla non autosufficienza, ti aiuterò a definire massimali e rendita adeguati alla tua situazione e alla tua disponibilità ad investire in sicurezza economica.

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